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Salute e Sicurezza

Il Piano di Gestione delle Emergenze: cos’è, chi lo redige e perché è fondamentale

La sicurezza sul lavoro è un tema centrale per ogni organizzazione, e tra gli strumenti fondamentali per garantirla troviamo il Piano di Gestione delle Emergenze (PGE). Questo documento rappresenta un vero e proprio pilastro della prevenzione, organizzando in modo preciso le azioni da intraprendere in caso di emergenza per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Cos’è il Piano di Gestione delle Emergenze

Il Piano di Gestione delle Emergenze è un documento tecnico-organizzativo che stabilisce le procedure da seguire in caso di situazioni critiche come incendi, esplosioni, terremoti, fughe di gas o altre emergenze. Ha l’obiettivo di garantire un’evacuazione ordinata e sicura delle persone presenti, riducendo al minimo i rischi e i danni.

Il PGE fa parte integrante del sistema di prevenzione e protezione aziendale e si basa sull’analisi dei rischi specifici dell’attività produttiva, nonché sulla configurazione degli ambienti di lavoro.

Chi lo deve redigere e quando

Secondo quanto previsto dal DM 2 settembre 2021, il datore di lavoro ha l’obbligo di predisporre il Piano di Gestione delle Emergenze in tutte le attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco, ovvero quelle elencate nell’Allegato I del DPR 151/2011. Tra queste rientrano, ad esempio, stabilimenti industriali, impianti chimici, grandi uffici, alberghi, scuole, ospedali, centri commerciali e molti altri.

Tuttavia, anche le aziende non soggette a tale controllo sono comunque tenute ad adottare misure organizzative in caso di emergenza, come previsto dal D.Lgs. 81/2008, e devono fornire istruzioni adeguate ai lavoratori.

I contenuti minimi del Piano

Il DM 2/9/21 definisce con precisione quali siano i contenuti minimi del Piano di Gestione delle Emergenze. Tra questi troviamo:

  • L’identificazione dei possibili scenari di emergenza (incendi, esplosioni, sversamenti, eventi naturali, ecc.);
  • Le procedure di allarme, evacuazione e intervento;
  • La mappa dei luoghi, con l’indicazione delle vie di fuga, uscite di emergenza, presidi antincendio e punti di raccolta;
  • Il ruolo e i compiti del personale incaricato della gestione dell’emergenza (addetti antincendio, primo soccorso, responsabili dell’evacuazione);
  • Le modalità di informazione e formazione dei lavoratori;
  • Le modalità di verifica e aggiornamento del piano;
  • Gli strumenti di comunicazione da utilizzare in caso di emergenza.

Inoltre, per le aziende che impiegano personale esterno o appaltatori, è necessario includere anche il coordinamento con tali soggetti.

Perché è utile anche quando non è obbligatorio

Avere un Piano di Gestione delle Emergenze non è solo un adempimento normativo. È soprattutto un atto di responsabilità verso i lavoratori, i visitatori e l’intera comunità aziendale. Anche nelle aziende di piccole dimensioni o in quelle non soggette all’obbligo formale del DM 2/9/21, dotarsi di un piano ben strutturato può fare la differenza in caso di pericolo.

Redigere un piano significa prepararsi al peggio per garantire il meglio, evitando improvvisazioni e panico, e assicurando una risposta rapida ed efficace. La prevenzione non si improvvisa, si pianifica.

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